Testo Patrick Kirchler
Traduzione Massimo Gasperi
Nell’autunno prossimo, a Brunico, sarà inaugurato il nuovo stadio del Ghiaccio ed il sogno della tifoseria Pusterese di avere una “casa” moderna, funzionale ed all’altezza delle aspirazioni di società e pubblico, diventerà alfine, realtà. In questi ultimi mesi nei quali il “vecchio” Stadio Lungo Rienza viene utilizzato ci è sembrato fare cosa gradita il ripercorrere, in breve, la storia della costruzione di codesta struttura. L’idea ci è nata leggendo un articolo, scritto dall’addetto stampa del Val Pusteria, apparso, in un recente numero della rivista Pustertaler Zeitung. In quella sede Patrick “Patza” Kirchler, ha ripercorso, idealmente, i sessant’anni di storia dello stadio del ghiaccio brunicense, sin dai suoi albori. Io mi sono solo divertito a tradurre quanto l’amico Patrick aveva reso nella sua madre lingua, divulgandolo ad uso e consumo di tutti i lettori di Hockey Time. Buona lettura.
Sarà presto “Storia” fra meno di 100 giorni. Probabilmente l’ultima vera “baracca cult” nella scena dell’hockey su ghiaccio professionale, l’ultimo stadio tra quelli dove si gioca l’hockey ad alto livello, nel quale i tifosi seguono – esclusivamente – con posti in piedi, l’andamento delle gare, sarà presto solo un ricordo.
Eppure l’Impianto del Lungo Rienza, con la sua pista di pattinaggio sul ghiaccio, come, anche in passato, è stato sempre ricordato, può raccontare una vicenda estremamente varia e controversa.
Guardando all’indietro nel tempo, quasi con un flash-back cronologico, ci si stupisce di quante persone, quanto lavoro, quanta passione, sia stata necessaria per la sua costruzione e per la sua manutenzione, dalla fine degli anni cinquanta ad oggi.
Per alcuni anni, i pionieri, giocarono su un campo di ghiaccio naturale. Dopo aver vinto per ben tre volte il campionato di Serie B, le richieste di una struttura adeguata si fecero sempre più pressanti. Poi, dopo i primi anni senza tribune, nei quali l’unica oasi-rifugio era rappresentata da “La capanna di Zia Rosa” che esisteva ai margini del campo, nel 1958, fu costruita la tribuna verso il lato del fiume Rienza.
La struttura, così concepita, doveva essere utilizzata per molto tempo, le tribune erano sempre piene di pubblico ed i giocatori trovavano il giusto “habitat” nello spazio del seminterrato della struttura. Durante le pause fra i tre “drittel”, sia gli spettatori che i dirigenti della società facevano a gara a ripulire il piazzale con larghe pale da neve, ed in quei lontani giorni, anche il presidente, Dr. Ernst Lüfter, non si tirava indietro e dava, volentieri, una mano. Erano anni difficili, basti pensare che la squadra non salì di categoria nel 1968, 1969 e 1972, solo perchè non aveva una struttura idonea alla Serie A.
La costruzione dell’impianto di ghiaccio artificiale
Il passo successivo per arrivare a quel Lungo Rienza che vediamo oggi, iniziò nel 1970, con la costruzione dell’impianto di ghiaccio artificiale! Il Comitato Olimpico Nazionale sostenne ed aiutò la costruzione e, nell’ottica del miglioramento del livello dei vari stadi del ghiaccio, garantì alla società Brunicense un contributo di 80 milioni di lire (circa 41.000 €) a fronte di un costo di costruzione che fu pari a 120 milioni di lire.
Nell’autunno del 1976, fu installato il primo tabellone elettronico e, per la prima volta, fu assunto un addetto del ghiaccio che lavorava a tempo pieno. Il successivo “atto” iniziò nel 1981. In quell’anno, l’allora presidente Schmidthammer, ritenne che la copertura dell’impianto fosse essenziale per il buon funzionamento della società sportiva che allora si chiamava Eissport (EV) Bruneck/ Sportivi Ghiaccio Brunico. Subito venne annunziata la presentazione di un progetto!! Ma per raccontare tutto quanto successe da quel lontano 1981, fino all’apertura effettiva dell’impianto coperto, che avvenne nel novembre 1990, vi assicuro, non basterebbe un libro ….
La disputa sulla Copertura.
Nell’ultima fase, quando la società EV /SG Brunico stava per essere sciolta o, almeno, era imminente la retrocessione forzata in serie B, la domanda principale che tutti si ponevano era la seguente: “ Era giusto costruire una nuova pista di pattinaggio su ghiaccio, in un luogo diverso, o se si sarebbe dovuto coprire l’impianto esistente che – peraltro – insisteva in un luogo che molti non consideravano adatto??“
Alla fine prevalse l’ipotesi di coprire il vecchio impianto ma, proprio quella copertura, all’inizio dei lavori, venne descritta, come una soluzione temporanea e di questo erano ben convinti tutti i Consiglieri Comunali ed anche tutte le componenti del Movimento Hockeystico sul ghiaccio, dell’intera Val Pusteria.
Al giorno d’oggi, – credetemi – appare come una enorme curiosità l’andare a rileggere i quotidiani dell’epoca nei quali si riporta la notizia che, nella primavera del 1988, il Consiglio Comunale di Brunico approvò, a totale maggioranza, la decisione di costruire un nuovo stadio e che, la copertura in legno lamellare dell’impianto, venne presentata, nel dicembre 1988, come una soluzione puramente transitoria. Incredibile pensare che lo dovesse essere per più di trent’anni..
Quindi, con l’inizio dell’attività dell’autunno 1990, tutto andò momentaneamente bene. Nel 1996, con la costruzione della Tribuna sud, fu eliminata la carenza di spazio e nel 2004, anche il passaggio dall’ammoniaca al glicole, rese l’impianto di produzione del ghiaccio, ecologicamente corretto. La costruzione di un nuovo spogliatoio per la prima squadra, la sistemazione dell’impianto delle luci e un nuovo sistema perimetrale, sono stati gli ultimi veri interventi effettuati sul palaghiaccio del Lungo Rienza. Tuttavia, ogni intervento strutturale è stato accompagnato da discussioni. Molti sostenevano, infatti, che ogni euro (o financo ogni Lira) che fosse investita su questa struttura, era danaro gettato alle ortiche, in quanto non aveva senso spendere in migliorie per uno stadio che sarebbe dovuto essere – a breve – abbandonato.
Il punto di svolta.
Il boom di spettatori dopo il 2007, il crescente numero di atleti, anche delle società giovanili e le richieste di una struttura con un’organizzazione professionale, hanno portato – finalmente – alla storica decisione di costruire un nuovo stadio del ghiaccio.
Quello che non era riuscito nei decenni precedenti e che in realtà sembrava lontano dal realizzarsi, ha iniziato, invece, a trasformarsi da un sogno alla realtà, fin dal 2010 quando è nata la progettazione, seguita dalla ricerca degli opportuni finanziamenti e fino ad arrivare alla realizzazione di una nuova arena polifunzionale nel cuore della Val Pusteria.
A questo punto, il vecchio Stadio della Rienza, sarà presto un ricordo: eppure quello che doveva essere solo “una sede provvisoria” per il movimento hockeystico pusterese – di contro – per oltre 60 anni, è stato teatro di grandi battaglie, di vittorie di sconfitte, di gioie e di drammi sportivi.
E’ stato la fonte di orgoglio, di preoccupazioni ma è stato anche l’oggetto dei pensieri costanti di tutti (e sono tantissimi) coloro che amano l’Hockey su ghiaccio, fuori e dentro alla Val Pusteria ed è stato anche “la casa” per molte persone.
E’ quindi con somma considerazione e con enorme affetto che gli diciamo:
Arrivederci caro Stadio Lungo Rienza!