Le pagelle del campionato – a cura di Matteo Floccari („LIHG“, Foto di Max Pattis)

Prima parte del pagellone di fine stagione: i voti ad Asiago, Renon, Val Pusteria, Bolzano e Pontebba. Riviviamo i perchè di un’annata molto emozionante sino alla sua conclusione

Dies ist die erste Ausgabe der „Noten“ für die Teams für die letzte Saison. Die Texte sind von Matteo Floccari (LIHG), die Fotos von Max Pattis. Viel Spaß beim Lesen!

Supermercati Migross Asiago: 9

Foto di Max Pattis

Grandissima stagione terminata con uno Scudetto che se non è una sorpresa poco ci manca. Soddisfazione per la dirigenza asiaghese che ha visto come la politica di far crescere i giovani oriundi e affiancarli, nel momento della loro esplosione, a campioni con esperienza, dia vita ad un cocktail micidiale. Sull’altopiano hanno avuto la pazienza giusta di attendere lo sbocciare dei propri ragazzi senza farsi influenzare dai risultati non eccelsi delle ultime due stagioni, e ora hanno per le prossime stagioni una solida base sulla quale ripartire (rinnovo dei contratti permettendo). MVP stagionale uno dei simboli di questa politica, ovvero un Daniel Bellissimo che sarà difficile da spodestare anche tra i pali Azzurri tanta è la forza di questo ragazzo, ma trascinatore della Finale con il Renon è stato Dave Borrelli, che al terzo anno in maglia stellata si è trasformato in un bomber spietato: futuribile e (speriamo) „azzurabile“, in attesa di un passaporto che regalerebbe al Blue Team un signor attaccante. Note di merito per tutto il roster, a partire dall’allenatore Harrington, uno che di miracoli se ne intende, sino ai giovanissimi Presti e Tessari, protagonisti nonostante l’età in una stagione da sballo per i colori giallorossi. Ora la strada che il sodalizio guidato dall’Avvocato Mantovani vuole percorrere è tracciata, e già scalpitano campioncini del calibro di Michele Stevan e altri… la Serie A è avvertita!

Ritten Sport Renaul Trucks: 7.5

Foto di Max Pattis

Può una Finale Scudetto andata male trasformare in negativa una stagione dove sono arrivati i primi due trofei della storia e il primo posto al termine della regular season? Forse, soprattutto se la Finale persa è la numero 4 negli ultimi 5 anni. La squadra di Ivany sembrava pronta al grande salto, dopo aver vinto Supercoppa e Coppa Italia ed aver eliminato lo „spauracchio“ Bolzano in semifinale, alzando le stecche in casa del nemico dopo il trionfo di gara-6, ma ancora una volta è mancato qualcosa nell’atto decisivo del torneo: certo, l’infortunio di capitan Gruber è stato importante, ma il Renon non ha mai destato l’impressione di poter azzannare l’Asiago e alzare la coppa destinata ai vincitori. Lo 0 a 4 nella Finale probabilmente significherà la „fine“ di questo gruppo, nel senso che sarà difficile rivedere a Collalbo il prossimo agosto le stesse facce che sono uscite dall’Odegar lo scorso 15 aprile con il fardello della sconfitta sulle spalle. C’è chi dice che Ivany verrà sostituito, chi inizia a dubitare della forza mentale di Cloutier, sono tanti i dubbi che si adombrano intorno ai bianco rossoblù: l’estate servirà a diradarli, di sicuro quello che non passerà sarà la voglia di vincere un tricolore che si sta divertendo a giocare a nascondino da troppi anni.

red orange Val Pusteria: 7+

Foto di Max Pattis

La squadra brunicese ha vissuto certamente una stagione da ricordare, nonostante qualche pecca. Dominatrice del Campionato per oltre 5 mesi, con un gioco spumeggiante capace di entusiasmare il grande pubblico della Leitner Solar Arena, il Val Pusteria si è arreso in Finale di Coppa Italia al Renon (soprattutto a Cloutier) e all’Asiago nella semifinale Scudetto per 4 a 2. Guidati dalla spaziale linea Sirianni-Desmet-Oberrauch i lupi hanno sognato per lungo tempo di poter vincere il primo trofeo della loro storia, salvo poi essere bruscamente svegliati da un Asiago spedito a mille verso il tricolore. È stata comunque un annata piena di conferme e scoperte, partendo da un goalie come Jakaitis, passando per il figliol prodigo Armin Helfer (capace di giocare anche una grande Spengler Cup), al solido Matt Kelly, a un Rem Murray leader più che mai che la dirigenza vorrebbe fortemente trattenere. Sono stati tanti i giocatori messisi in luce nelle file giallo nere, è mancato probabilmente solo l’acuto che avrebbe fatto sognare un’intera valle, ma la società guidata dal presidente Erlacher certamente ci riproverà, iniziando sin dal primo allenamento a costruire un gruppo già molto atteso al varco delle favorite.

Interspar Bolzano: 6-

Foto di Max Pattis

L’annata dei foxes non è stata certamente da ricordare, specialmente se messa a confronto con le precedenti 2 che hanno portato due coccarde tricolori, una Coppa Italia e due Supercoppe. La scelta iniziale di Jamie Bartman non ha pagato la dirigenza di Via Galvani, che ha visto sfumare uno alla volta gli obiettivi stagionali sotto i colpi di svariati avversari: dalla brutta prova in Supercoppa, con il 5 a 1 incassato dal Renon, al girone casalingo di Continental Cup terminato tra le lacrime dopo la sconfitta con gli Sheffield Steelers, ad un Campionato che non ha mai „ingranato“. È vero, i biancorossi hanno spesso vinto nei „big match“ con le altre favorite, ma hanno eccessivamente pagato la poca concentrazione nelle partite con le cosiddette „piccole“, Valpellice in testa. Non è bastato dunque aggiungere ai vari Corupe, Clair o Hakkinen giocatori del calibro di Mather o Wilde, e nemmeno gli aggiustamenti in corsa, rappresentati da Johnson e dal ritorno di Olson. Spesso e volentieri sono stati i locali a tirare avanti la carretta, ma lo scarso rendimento di molti stranieri (mago di Hamilton in testa) è stata la vera causa del flop bolzanino in questa stagione. Poco male, una stagione storta ci può sempre stare, ma ora la società biancorossa sembra essere corsa ai ripari: l’ingaggio di Adolf Insam fa presagire l’inizio di un progetto di lavoro, triennale nel caso dell’ex allenatore dei Vipers, mirato si a costruire una dinastia ma senza lasciarsi per strada nulla, con il quasi obbligo di vincere sempre e comunque.

Generali Aquile FVG Pontebba: 7

Foto di Max Pattis

La squadra friulana ha praticamente giocato due campionati al prezzo di uno: se dopo la 28esima giornata del 30 dicembre 2009 si trovava sesta, a 29 punti, 6 in più del Cortina fanalino di cosa, alla fine della stagione regolare (45esima giornata del 2 marzo 2010) i punti erano 62 a +26 dal Cortina, e dopo una grande ed impensabile rimonta è arrivato anche il sorpasso sul Fassa e la quinta posizione. Le chiavi del successo sono state sostanzialmente due: innanzitutto ha pagato il metaforico viaggio a Lourdes della dirigenza che, dopo essersi vista la squadra falcidiata dagli infortuni nella prima parte di stagione, ha visto l’infermeria sempre più vuota con il passare delle partite. Altrettanto importante l’acquisto di un goalie delle capacità di Andrej Hocevar, che dall’esordio del 17 dicembre in poi è andato sempre meglio, chiudendo la regular season con il 92.2 % di saves e contribuendo alla trasformazione del gruppo di Tom Pokel. In attacco è esploso Marty Guerin, statunitense dotato di grande tecnica, autore di 26 gol, ed è stato ottimo il rendimento di Alex Nikiofruk che ha chiuso con 36 assistenze vincenti. Da elogiare anche Andreas Lutz, ex-ala spostata in difesa, che nel finale di stagione ha bombardato le reti avversarie, chiudendo in doppia cifra sia per gol che per assist. L’annata delle Aquile si è chiusa in gara-7 dei quarti contro il Bolzano, al termine di una delle serie più emozionanti dell’hockey recente e al cospetto di una squadra sicuramente più dotata dal punto di vista tecnico. Il solo fatto che il Pontebba sia riuscito a trascinare tutto alla sfida decisiva è un segno della caratura morale che i gialloblu hanno dimostrato, non arrendendosi mai e costringendo i Campioni d’Italia alla grande rimonta. È andata male per la squadra del Presidente Cappellaro, ma in Friuli sta sbocciando davvero una bellissima realtà.